Prendete del magro di mongana, o di pollaria, pestatelo nel mortaio con dell’erbe fine; cioè cipolla, una punta d’aglio, una scalogna, ed un poco di persemolo; indi uniteci egual porzione di mollica di pane inzuppata nel latte, o nel brodo ben spremuta, ed egual porzione di butirro; cioè una libra di carne, una libra di pane, ed una libra di butirro; condite con sale, pepe, e noce moscata, uniteci tre rossi d’uovi,
ed i bianchi sbattuti in fiocca, e poscia servitevene dove vorrete. Potrette ancora farla meno delicata, mettendovi meno butirro; come ancora invece di tutto butirro, vi potrete mettere qualche fetta di lardo ben fresco, ed imbianchito nell’acqua
bollente. In alcuni paesi, ove manca il butirro, vi sostituiscono il grasso di manzo, o di vitella ben spiluccato, pesto, e passato per setaccio. Dentro a questa farsa se volete, vi potrete mettere un poco di parmegiano grattato. Nei
giorni di magro, invece della carne, supplirete con pesce, ed invece del butirro, con l’olio, ed soli bianchi d’uovi: non essendovi pesce, sono ottime le cosciette di ranocchie.
Molte volte ancora in caso di bisogno, non essendovi pesce, si fa questa farsa con il tarantello, mosciame, tonno, o baccalà, ma prima, che sia ben dissalato con acqua tiepida, e ben lavato quel salume, che vorrete addoperare. Se volete dentro questa farsa unire qualche tartufo, o prugnolo, resta in vostro arbitrio.