Per imparare bene il modo di tirare ogni sorta di succo, si richiede principalmente attenzione sopra tutto ciò che io vi descrivo, altrimenti per una cosa che voi sbagliate, vanno a malora tutti i vostri succhi e colì. Prendete dunque una cazzarola, che sia bene stagnata, e vi farete delle fette di buon lardo, che non sia rancido, perché in questo caso sarebbe precipitato tutto il succo, e le immarcherete nel fondo della cazzarola una accanto all’altra per sino che sarà coperto tutto, il fondo della medesima: poi prenderete una o due cipolle secondo il succo che vorrete tirare; se ne volete tirar poco, prenderete una cazzarola piccola secondo il vostro bisogno, e poi prenderete una o due cipolle, secondo le cipolle, perché si trovano cipolle grosse e cipolle piccole, onde in tutto vi deve regolare il vostro giudizio, e queste le metterete sopra le fette del lardo; poi sopra alle cipolle vi metterete le fette di buon
prosciutto; di poi prenderete un pezzo di vitella magra bene battuta con uno stenderello, trapuntata con qualche garofano, ed una spica d’aglio fatto in sei quarti la metterete nella detta cazzarola, in cui avete preparato le cipolle e tutto ciò che vi ho descritto; dopo di ciò la metterete al fornello a fuoco lento, per sino a tanto che vedete che nella cazzarola della composizione vi farà un brodo, ed allora potrete accrescergli il fuoco sino a tanto che sentirete che resta senza brodo, e che voglia cominciarsi ad attaccare, ed il segno è questo: sentirete stridere e fare certi scrocchetti, allora vi metterete mezzo cazzarolo d’acqua bollita, che si chiama rinfrescare il succo, e questo lo farete sino a tre volte; l’ultima volta dopo d’averla rinfrescata per vedere se è arrivata, ha un colore di occhio di gallo piuttosto acceso, lasciategli consumare tutto quell’umido di acqua bollente; qui poi conviene avvertire e stare attento che non vi ritorni a fare li soliti scrocchetti, ma subito vi metterete il brodo di manzo che avete preparato nel Capitolo primo di questo Libretto, e lo farete bollire per lo spazio di un’ora, e vedrete se il succo sarà di buon colore, mentre il succo deve avere il color biondo, uniforme al colore della cannella; ed avvertite bene che il colorito delle zuppe sia di questo bel colore, che allora sarete stimato tanto nelle zuppe, quanto nelli vostri umidi e nelli vostri intingoli, perché il bel colore rallegra l’occhio ed il gusto.
Ma in questo tirare di succhi, cosa più importante e rimarchevole della cucina, vale più la pratica che la teorica, perché conviene avere una perfetta cognizione di sapere, cioè quando veramente sia arrivato a suo punto giusto, sia di colore, sia di sapere e di buon gusto, perché molti mettono le erbe nel
bollito e molti nel succo, ma questo non fa al proposito, perché tutto sta nell’incontrare il colore.
Per fare un buon colì di grasso si aggiusta una cazzarola secondo il metodo della cazzarola del succo, ma con questa differenza, che nel succo si deve mettere il brodo che vi può bagnare le zuppe, intingoli ed altro; ma il colì è di maggior sostanza, il quale serve per salse e per aiutarvi qualche zuppa per dargli maggior gusto, e per altri piatti che da me vi verranno descritti.
Per fare dunque il colì, farete nello stesso modo, con cui avrete immarcato la cazzarola del succo, cioè il fondo della cazzarola; sopra vi metterete un buon tocco di vitella magra o di vitella mongana trapuntata di garofani, e cannella spolverizzata di spezierie dolci, e poco sale sotto e sopra; getterete il vostro pezzo di vitella nella cazzarola già preparata, e la farete andare a fuoco lento, come avete fatto il succo di essa carne; e quando avrà cavato tutto il suo succo antecedentemente detto, potrete accrescere il fuoco più gagliardo nella stessa maniera del succo; lo rinfrescherete sino a tre volte, e lo verrete toccando a volta volta con un forchettone, ma leggermente quanto per sollevarlo, acciocché non si attacchi, e che venga ben colorito nello stesso modo del succo; e qui parimente con viene stare attento, primieramente acciò non si attacchi, mentre allora sarebbe male, né che venga troppo colorito, che allora puzzerebbe di abbruciato, sarebbe peggio assai; onde conviene usare tutta l’attenzione di questi due capi, cioè succo e colì, perché andando male o l’uno o altro, andrebbe male tutto il fondamento della cucina.
Inoltre quando voi metterete il vostro brodo nel colì, che sia fatto di manzo, come
quello che avete messo nel succo, conviene avvertire che non sia abbondante; ma soltanto arrivi al pezzo di carne che avrete messo nella vostra cazzarola; indi la farete bollire per lo spazio di tre quarti d’ora, ma che mai non manchi il brodo nella medesima, con cui avrete messo il brodo già accennato di sopra; poi stemperate una mezz’oncia di fior di farina con un poco di acqua comune e la getterete nel vostro colì; ma prima bisogna sgrassarla di tutto il suo grasso, che avrà prodotto nella cazzarola, e di tutto quello che in essa sia stato messo, cioè lardo, prosciutto, cipolla ed altre erbe, che in essa avrete messe; polita che l’avrete di dette robe, vi getterete la detta colletta, e mentre andrete gettando giù la medesima, andrete sempre colando la cazzarola con la mano dritta, acciò non faccia posa, ma che il colì diventi denso; lo farete bollire per un altro quarto d’ora, e poi lo lascierete stare così fintantoché ve ne dovrete servire.
Se poi il vostro succo o colì avrete tirato prima, ed avrete vantaggiato questo lavoro, non lo dovrete lasciare nelle cazzarole, ma bensì in vasi di terra ben puliti e vetrati di vernice.