Lo scalco prattico

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Lo scalco prattico

di Vittorio Lancellotti da Camerino
all’illustrissimo, e Reverendissimo Prencipe
il cardinale Ippolito Aldobrandino camerlengo di Santa ChiesaIn Roma,
appresso Francesco Corbelletti. MDCXXVII
Con licenza de’ superiori


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All’illustrissimo e Reverendissimo Prencipe
il cardinale Ippolito Aldobrandino

Mi si potrà permettere, ch’io mi vanti d’haver consumata la maggior parte dell’età mia nell’offitio di scalco, sempre in servitio de’ signori grandi: e si come in questo solo riconosco d’haver’havuta buona fortuna, così confesso, che le cose poste da me in prattica per prima, hanno potuto ricevere lume di perfettione in quel tempo, ch’io fui fatto degno di servire il cardinal Pietro di gloriosa memoria, zio di vostra signoria illustrissima e poi lei medesima, godendo molti anni l’ombra della loro eccellentissima casa. Hò stimato perciò, che fosse mio debito il mandar in luce questo volume di conviti sotto la protettione di Vostra Signoria illustrissima in testimonio della mia gratitudine, poiché la mia debolezza non mi permette,
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ch’io possa far verso di lei altra dimostratione più proportionata alla sua grandezza. In vostra signoria illustrissima si sono trasferite quasi per gradi, e vi si fermano con immortal gloria del suo nome l’heroiche, e divine virtù di papa Clemente di santa memoria. Frà esse la supplico, che si degni solo d’essercitar per me tanta parte della sua benignità, che basti à farle gradire la mia devotione, e questo picciol segno, che ardisco di darlene. E à vostra signoria illustrissima humilissimamente m’inchino.
In Roma li 14 di decembre 1627.
Di Vostra Signoria illustrissima e Reverendissima
Devotissimo e obligatissimo servitore
Vittorio Lancellotti


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Al lettore

È seguita da molti l’opinione, ch’io tengo, che non meriti quasi nome di scalco chi non s’è trovato à ordinare, e servire conviti regii. Gli altri sono per lo più regolati da gusti, e bene spesso dalla borsa de’ padroni. Mà le occasioni straordinarie non s’offeriscono né à tutti, né tutto il giorno: e havendo questa professione, come tutte le altre, bisogno di prattica, poco ne può sapere chi non hà servito attualmente, e per conseguenza, grande acquisto può fare della narratione, e notitia di simili materie.
Havend’io dunque nel corso di più di trent’anni servito in questo carico sempre à prencipi grandi; e ordinati secondo le stagioni diversi conviti sontuosi, hò creduto di poter dar lume, e giovamento agli studiosi di quest’arte co’l distenderne questa piena, e distinta relatione. Ma ben mi dichiaro, che non hò preteso di voler formare uno scalco, né hò voluto trasportare in questo volume quello, di che sono pieni molti altri: solo hò havuto per fine di publicar’alcuni miei esperimentati pensieri, con intentione più di giovare, che d’acquistar nome. Chi si troverà in simili occorrenze, più facilmente regolerà a suo modo queste liste, ò levandone, ò aggiungendovi, ò facendole tutte di nuovo; e perciò più
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tosto hò rappresentate le cose come sono state, che come per avventura dovevan’essere, ò quali altri reputerà, che dovessero essere. Voglio di più ch’il mondo sappia, ch’io non hò appreso niente da libri, e tutto dall’esperienza: e se i più franchi non impareranno da queste mie forme di prattica, potranno dire d’haverle trascorse per sola curiosità, godendo in se stessi di non haver bisogno d’altrui ricordo: se i meno esperti ne riceveranno sodisfattione, ò ne raccoglieranno qualch’utile, grandissimo sarà il mio contento, e mi terrò abbondantemente rinumerato di queste mie deboli fatiche. Desidero, che sia ricevuto da buona parte ciò che nasce da buona intentione, la quale in tutte le attioni suole haver qualche luogo di merito; e prego te, amico lettore, à voler’esser più pronto alla scusa, che alla censura.
Dio ti faccia felice.


1
GENNARO

17
FEBRARO

35
MARZO
51
APRILE
77
MAGGIO
84
125
GIUGNO
169
LUGLIO
183
AGOSTO
209
SETTEMBRE
233
OTTOBRE
257
NOVEMBRE
279
DECEMBRE
289

Darà glorioso fine à questo mio libro