Se vuoli fare spalle di castrone ripiene, o due o IIII, togli le spalle del castrone con tutto il gambetto. Se togli II
spalle sono per XX persone, se togli IIII spalle per XL persone. Toglamo le cose per XX persone primamente: se facesimo per più persone o per meno, a questa medesima ragione toglamo le cose. Togli IIII reti di castrone, e togli IIII milçati di castrone, e togli sei libre di bronça di porco, e togli uno fegato grande di porco con una rete. E togli XX casci freschi fini, i miglori che tu puoi avere, e togli XXXVI huova e L datteri e una libra d’uve passe e meça libra di çucchero e meça oncia di cennamo e meça oncia di gengiove intero e meço quarro di garofani; e fa’e fare meça libra di spetie dolci, fini e ben gialle, e fa’ fare meça libra di spetie forti. Togli le spalle, e mettile a lesare intere, e falle bene cuocere, ma non tanto che l’ossa si nosdasono. Tra’le fuori, e levane tutta la carne, quanto puoi il più, e battila bene, e
mettivi alquanto petrosemolo e salvia e menta e persa, se tu ne puoi avere, con questo battuto. E mettivi suso a battere spetie e uno cascio e lardo salato o fresco bene battuto e uova, tante che bastino: questo vuol esere uno battuto per sé. Togli la bronça del porco lessa e bene battuta, e metti con essa sei casci freschi, triti, grossi, e mettivi dentro spetie dolci e forti e çafferano assai bene stemperato e uova, tante che bastino: questo è un altro battuto per sé. Togli il fegato del porco lesso e bene battuto, e mettilo al mortaio a pestare; e metti con esso una cipolla grossa a pestare, e quantità di comino altressì e uno cascio con esso o due. Questo battuto vuol esere sodo, e fattine raviuoli fasciati colla rete del porco, e voglono esere fritti in lardo frescho e poscia polveriçati di çucchero. Questo è un altro battuto per sé. Togli i milçati bene lavati e bene rasi, rovesciati: l’uno di questi milçati sì émpiete
d’uova e di cascio e d’erbe, acciò che sia verde; e-l secondo sì empi di cascio e d’uova, l’albume, sì che sia bianco; il terço empi di cascio e d’uova, sì che sia giallo; il quarto empi del battuto del castrone che tu ài. E quando sono tutti pieni, mettigli a lessare, sì che siano cotti; e quando sono cotti, taglali li due a morselli di spanna. Questi voglono esere sofritti in lardo e polvereçati di spetie dolci. Questo è un altro battuto per sé. Togli il battuto del castrone che tu ài, e fanne tortelli piccoli con ispoglo di pasta, sottili, sofritti in lardo e polveriçati di çucchero; e togli del cascio che tu ài, e fanne raviuoli comunali in quantità di XXIIII, e mettigli a lessare; e quando sono cotti, polvereçali di buone spetie fini. E togli il cascio che tu ài, e fanne frittelle bianche in quantità di XXXVI; e voglono esere sofritte in lardo fresco e polvereçate di çucchero. E togli i datteri che tu ài, tràttone fuori i nòccioli, e bene
lavati e festugati del gengiove che tu ài taglato e del cennamo rotto e de’ garofani interi; e togli l’uve passe che tu ài bene lavate e bene nette. Tutte queste cose che sono dette qui dinançi voglono esere peste ciascuna per sé: ora si voglono incorporare insieme. Togli le rete de’ castroni bene lavate e bene cuscite insieme e radoppiate là dove fa bisogno, e togli di tutti questi battuti la metade, e aconciali in su la rete a suolo a suolo, polveriçati di buone spetie. E togli le due ossa delle spalle che tu ài, e mettile in su questo battuto per lungo; l’altra metade del battuto aconcia di sopra come tu ài fatto di sotto. Questa vuole esere tonda come torta, bene fasciata di queste reti e ingiallata di sopra, e messa a cuocere in testi di rame stagnati; e da’e poco fuoco di sotto e più di sopra. Questa vivanda vuole essere gialla e poderosa di spetie e dolce di çuchero.